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Il Liceo de Amicis incontra l’Associazione .MEET

Le classi 3A- 3N- 4M incontrano l'associazione .Meet

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Chi sono i migranti a Cuneo? Chi li accoglie e quali sono gli strumenti per favorire la loro ‘integrazione’? Cos’è la paura verso lo ‘straniero’?

Queste ed altre domande sono state poste dalle classi 3A- 3N- 4M del Liceo De Amicis di Cuneo a Giulia Giordano, educatrice della coop. Fiordaliso, capofila del Polo.Meet, ed a Sara Bergesio, coordinatrice del Polo, nell’ambito di un progetto di Educazione civica coordinato dai docenti Accetta Natalizia, Migliore Elisa, Perlo Chiara.

Le due educatrici hanno esposto con grande competenza, forte motivazione, e soprattutto passione, la loro esperienza di lavoro ormai triennale presso una realtà, il Polo.Meet, unica nel suo genere, tanto da essere stata segnalata come “buona pratica” a livello internazionale da parte del Migration Policy Group.

Alla base del successo di questo centro ci sono due elementi: cooperazione e coordinazione tra enti e Istituzioni diverse, e comunicazione, essenziale per creare qualunque relazione.

Ascolto attivo, mediazione interculturale, facilitazione all’accesso ai servizi della Questura, ai servizi sociali, sanitari. Ma non solo. Sportelli antidiscriminazione, per lo sfruttamento sessuale, per il riconoscimento dei titoli di studio. In uno stesso spazio chi arriva da altri Stati, da altri continenti, può trovare aiuto, ascolto, cercare una casa, un lavoro. Insomma tentare di ‘integrarsi’ nella nuova realtà.

Chi arriva in Italia, a Cuneo, e non solo dai barconi, ha bisogno di un permesso di soggiorno, di corsi di lingua italiana, corsi di formazione lavorativa. Serve una educazione civica, la conoscenza della nostra Costituzione, fondamentali per una presa di consapevolezza del migrante.

Purtroppo tutto ciò è molto lontano dalla realtà, perché non esiste nulla di strutturato e continuativo.

E il Polo cuneese lavora in questa direzione, formando operatori non solo competenti a livello giuridico, normativo, ma soprattutto a livello educativo, culturale.

Ma la convivenza con persone ‘diverse’, per lingua, cultura, religione, non è semplice e spesso genera paura. Giulia spiega agli studenti che è del tutto umano e normale provare disagio e paura di fronte a chi è diverso da noi. Si tratta quindi di imparare a gestire queste emozioni, ad accettare che certamente esistono criticità e difficoltà, ma al tempo stesso che si può e si deve lavorare su pregiudizi e stereotipi, spesso privi di fondamento.